3P Buon pastore ed educatore per vocazione di Agostina Ajello

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Agostina Aiello, assistente sociale missionaria, inizia la sua collaborazione di “promozione umana e di evangelizzazione”, dagli inizi degli anni 70, in uno dei quartieri più poveri di Palermo con P. Puglisi e ne descrive il grande spessore come educatore attento alle nuove generazioni . Lo ricorda anche come grande amante dei poveri. Lo ebbero come discreto, attento e gioviale compagno di viaggio, seminaristi e fidanzati ai quali apriva gli occhi della mente e del cuore alla luce della Parola.

Le orecchie grandi di padre Puglisi di Maria Lo Presti

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Scherzando su di sé, sulle sue grandi orecchie, P. Puglisi le riteneva un dono dato 'per ascoltare: l’ascolto-attenzione a ciascuno è una nota caratteristica di p. Puglisi. Sempre la stessa attenzione, lo stesso amore che non demorde, rivolto agli abitanti del quartiere di Brancaccio,gli è costata la vita

Giuseppe Puglisi L’azione pastorale informata dalla Parola

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di don Mario Torcivia Il beato Giuseppe Puglisi è appartenuto a quella schiera di presbiteri che, pur formati e ordinati prima del Concilio Vaticano II, hanno preso sul serio le indicazione conciliari e hanno impostato la loro vita e il loro ministero seguendo e mettendo in pratica le suddette indicazioni. Tra queste, una delle più importanti è, senza dubbio, quella riguardante la centralità della Parola di Dio nella vita della Chiesa (cf. Dei Verbum)... ... P. Puglisi, un vero innamorato della Parola

Pino Puglisi: uno che ha saldato cielo e terra

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di don Luigi Ciotti
Una spina nel fianco per una Chiesa chiamata più che mai, nell'attuale crisi mondiale, a saldare il Cielo e la Terra, la dimensione spirituale con l'impegno per la giustizia sociale.

2013 – XX Anniversario del martirio del Beato Giuseppe Puglisi

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“Niente lo ha fermato: né morte, né vita, né presente, né futuro, niente e nessuno ha potuto impedire il suo grande amore per Dio, che diventava, come deve essere per ogni cristiano, interesse, solidarietà, servizio per quanti hanno bisogno di essere aiutati nel corpo e nello spirito”.

La beatificazione di don Puglisi: una definitiva presa di distanza?

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di Umberto Santino (“Nuova Busambra-Settembre 2013) Secondo un giudizio ampiamente condiviso la beatificazione di don Pino Puglisi del 25 maggio 2013 e le parole di papa Francesco nell’Angelus del giorno dopo, segnano una svolta nella storia dei rapporti tra mafie e chiesa cattolica o l’approdo di un lungo percorso, comunque un punto di non ritorno, una definitiva presa di distanza, una radicale alternativa tra vangelo e sentire e pratica mafiosi.

Padre Puglisi e don Bosco, due educatori a confronto

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Due esempi di educatori che hanno saputo parlare al cuore dei giovani.

Don Pino Puglisi, che sorrise al suo assassino

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di Giancarlo Caselli
Guai se la sua beatificazione, invece di essere una piattaforma di rilancio dell’impegno comune, diventasse un comodo lavacro delle coscienze che faccia dimenticare le responsabilità di chi – ieri come oggi – lascia soli coloro che si impegnano.

2013 – Rito di beatificazione del servo di Dio Giuseppe Puglisi

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La similitudine di Gesù sintetizza bene tutta la sua esistenza: ‘Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto‘. Per portare frutto, il chicco di grano deve morire. “Gesù ha portato molto frutto quando è morto‘ spiegava il Beato Puglisi ad alcuni giovani in ricerca vocazionale, e spiegava loro come rendere feconde le scelte della vita: ‘La logica della scelta ‘ diceva ‘ diventa una logica di impegno ma anche, qualche volta, di sacrificio che però dà vera gioia’ Chi vuole crescere deve accogliere la logica del chicco di frumento‘.