2004 – Apertura dell’anno pastorle nel XI anniversario

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La scelta di fondo è fare assumere a tutta la pastorale della parrocchia una connotazione missionaria per comunicare e vivere il Vangelo tra la gente in un mondo che cambia. Come non mi stanco di ripetere da oltre otto anni, "una pastorale tesa unicamente alla conservazione della fede non basta più. È necessaria una pastorale missionaria, che annunci nuovamente il Vangelo, ne sostenga la trasmissione di generazione in generazione, vada incontri agli uomini e alle donne del nostro tempo testimoniando che anche oggi è possibile, bello, buono e giusto vivere l'esistenza umana conformemente al Vangelo e, nel nome del Vangelo, contribuire a rendere nuova l'intera società" (VM, n.1). Fu questa la convinzione e l'azione di P. Puglisi.

2003 – X anniversario dell’uccisione del servo di Dio don Pino Puglisi

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Il martirio è la prova suprema della testimonianza cristiana e della fedeltà al Vangelo. Come insegna il Concilio Vaticano II, col martirio il discepolo è reso simile al maestro che liberamente accetta la morte per la salvezza del mondo e a cui si conforma sino alla effusione del sangue. Per questo il martirio è stimato dalla Chiesa come il dono eccezionale e la suprema prova della carità. In questa prospettiva di fede va letto il sacrificio di Don Pino Puglisi.

2002 – Apertura dell’anno pastorale

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A Motta d'Affermo con lucida chiarezza D. Pino presenta la diaconia, ossia il servizio, come caratteristica di tutta la comunità cristiana, e in essa precisa sia i ministeri dei Vescovi, dei presbiteri e dei diaconi, che derivando dal sacramento dell'Ordine si chiamano ministeri ordinati, sia quelli conferiti ai laici in forza del Battesimo, come i ministeri istituiti del lettorato e dell'accolitato o anche esercitati semplicemente di fatto.

2001 – Assemblea diocesana – Messa di apertura dell’anno pastorale in memoria di don Pino Puglisi

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Carissimi fratelli e sorelle amati dal Signore, parlando di preghiera e di comunione ci è caro sottolineare come egli sia stato, proprio per questo, un maestro di preghiera e un artefice di comunione. E' stato maestro di preghiera, come parroco e come direttore del Centro Vocazionale. Se la preghiera – come si esprime il Papa - è l'incontro con Cristo che deve giungere sino "all'invaghimento del cuore", questa era la preghiera di Don Pino, un innamorato di Cristo, che aiutava gli altri a innamorarsi di Cristo. "Dovrà trasparire dalle vostre parole che siete innamorati di Cristo, se volete che la gente vi presti attenzione", disse agli aspiranti animatori della missione parrocchiale nella sua ultima quaresima.

2000 – Omelia nel VII anniversario

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In questo contesto, nell'icona del Calvario, si colloca il ricordo della testimonianza del sacrificio del servo di Dio Don Pino Puglisi a sessantatre anni dalla sua nascita e a sette dalla sua sacrilega uccisione. "La persecuzione per i seguaci di Cristo – ha scritto quasi profeticamente don Pino – non è solo un fatto di altri tempi, ma anche dei giorni nostri. Basta infatti comportarsi in modo giusto e si diventa un rimprovero vivente agli occhi degli ingiusti. A volte bisogna anche affrontare qualcosa che non piace per la utilità comune. Ci sono delle medicine amare, ma pure è necessario prenderle. Gesù disse: "Se il chicco di frumento non cade a terra e non marcisce, rimane solo; se invece cade nel terreno e lì muore diventa una spiga".

1999 – Assemblea diocesana – Omelia

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La profezia su Gesù, "segno di contraddizione", fatta dal vecchio Simeone e su Maria, alla quale "una spada trafiggerà l'anima", risuona questa sera in mezzo a noi come un invito a considerare la nostra vocazione cristiana alla luce del martirio cruento di Gesù e di quello incruento della Madre sua addolorata, all'inizio dell'Anno pastorale e in concomitanza con l'apertura del processo di beatificazione super martyrio del servo di Dio P. Pino Puglisi.

1998 – Memoria del cardinale F.Carpino e di don Pino Puglisi

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La memoria odierna del Cardinale Carpino è motivata dalla traslazione delle sue spoglie mortali da Palazzolo Acreide nella nostra Chiesa Cattedrale, che l'accoglie con gratitudine, con venerazione, con gioia, perché l'amore e la venerazione per i Pastori si manifestano autentici non solo quando li circondano da vivi ma soprattutto quando non vengono meno dopo la loro morte.

1997 – Omelia nel IV anniversario

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Testimone credibile e coraggioso della speranza che non delude, più vicino a noi, è stato Padre Puglisi, ucciso quattro anni fa come oggi dalla più feroce e disumana organizzazione criminale: quella della mafia. Il sorriso rivolto al suo killer che, proditoriamente lo uccideva con un colpo di pistola alla nuca, e le ultime sue parole: "me l'aspettavo", se da una parte rivelano la consapevolezza di questo sacerdote di andare incontro al martirio proprio perché fedele al suo ministero di evangelizzatore e di formatore delle coscienze, dall'altra hanno il significato di un invito ad aprire il cuore alla speranza.

1996 – Omelia nel III anniversario

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L'invito alla fedeltà, al coraggio, alla speranza P. Puglisi ci rivolge questa sera, mentre facciamo nell'Eucaristia la memoria, di lui a tre anni dalla sua sacrilega uccisione da parte della mafia. È la memoria anzitutto di un sacerdote fedele alla grazia dell'Ordinazione, e perciò pienamente convinto di essere l'uomo donato totalmente ai fratelli perché offerto totalmente a Dio. La sua gioia di essere sacerdote, anche in situazioni difficilissime e a rischio, ha accompagnato e ha reso credibile e feconda la sua azione di promotore della pastorale giovanile e vocazionale, nell'ansia di garantire al futuro della nostra Chiesa pastori secondo il cuore di Dio: un merito grandissimo che non va dimenticato. È la memoria di un evangelizzatore autentico, persuaso che il primo compito del sacerdote è quello di portare ai poveri, agli ultimi, agli emarginati il lieto annuncio della liberazione e della salvezza integrale e totale dell'uomo, che è Gesù Cristo, unico redentore dell'uomo e unico salvatore del mondo.