Appunti su
S. Giovanni Bosco

s.d.; ms.  originale su carta “farmacia”, pp. 5, AGP, b. III, fasc. 41.

«Da mihi animas, coetera tolle»: Dammi anime, prenditi il resto.

Tutta la vita di S. Giovanni Bosco si può raccogliere qui; qui è il segreto, la forza, la direzione della sua incommensurabile attività e della sua efficacia.

Egli concepiva la sua vita come un apostolato senza confini e senza indugi per conquistare le anime. Egli fu un gran conquistatore d’anime: per questo egli viveva.

La sua carità non conosceva ostacoli, non faceva distinzioni di classi o di età; a tutti egli si dava completamente per portare tutti a Gesù Cristo. sia che parlasse con i ministri del Regno Italico, sia che parlasse con i cocchieri, coi giovani che si affacciavano alla vita o cogli uomini navigati, esperti del mondo, sempre aveva di mira la salvezza delle loro anime. Per tutti egli trovava la parola saggia ed amorevole, illuminata e serenatrice che penetrando fino all’intimo convertiva ad una nuova vita.

Si recò un giorno da un alto ufficiale…

Misericordia di Dio…. c’è speranza? Escogitava tutte le industrie per trovare la via dell’anima.

Il cocchiere bestemmiatore

Soleva dire: «Essere sacerdoti significa aver continuamente di mira l’interesse di Dio, che è la salute delle anime».

La sua carità quindi si volgeva verso gli uomini di tutti i ceti e di tutti i luoghi, ma le sue predilezioni erano rivolte verso i fanciulli, i giovani; scriveva nel 1847: «Miei cari, vi amo tutti e mi basta che siate giovani perché vi ami moltissimo».

Quando si pensa a Don Bosco non si può fare a meno di immaginarlo circondato da numerosi giovani il cui volto è illuminato dal suo sguardo radioso di bontà.

Egli prodigò tutte le sue cure per la salvezza e la formazione della gioventù, in mezzo alla quale perciò raccolse più abbondante messe. Egli capiva la grande importanza sociale della gioventù: da essa dipendono la famiglia, la chiesa, lo stato di domani.

Vedeva la necessità di dare ai giovani una fede salda, un carattere virile cristiano affinché a contatto della realtà non venissero travolti nel vortice dell’incredulità e dell’immoralità. Così seppe plasmare dei figli ubbidienti, dei cittadini esemplari e dei cristiani a tutta prova.

Per i fanciulli e per i giovani egli istituì gli oratori, i collegi, gli istituti nei quali accolse un’infinità di figli della strada, di orfani, di abbandonati che seppe temprare alle future lotte della vita, che trasformò da lupi in agnelli.

A 8 anni circa aveva fatto un sogno preannunciatore della sua missione…

Ecco il lievito che operava la trasformazione delle anime giovanili: l’amore

Amare per farsi amare, per farsi seguire. Il cuore giovanile si chiude e si ribella  dinanzi alla fredda disciplina, ma si arrende e si apre, non pone resistenza alla benevolenza alla bontà, all’amore.

Il carcere dei minorenni. Un piccolo capo-banda p. 163

Egli con la su bontà e con l’amore si faceva amare ed ubbidire; persuadeva facendo appello al cuore, correggeva con benevolenza senza reprimere con gravi castighi; era pronto a sacrificarsi interamente per il bene dei suoi ragazzi; li seguiva costantemente per metterli nella morale impossibilità di fare il male.

E’ questo il cosiddetto metodo preventivo che consiste in una vigilanza continua ma non pesante, dolce ma oculata, nel partecipare a tutta la vita del fanciullo o del giovane, nel prevedere le difficoltà e di conseguenza saper dare le norme utili per sormontarle. Questo il metodo col quale salvò numerose anime giovanili, col quale rese santi molti giovani.

O glorioso santo, fa sentire anche adesso la tua opera salvifica, benedici gli educatori, suscita tra essi dei cuori che infiammati dallo stesso amore di cui ardevi tu, rinnovino i tuoi prodigi verso la gioventù di oggi; benedici i giovani, fa che tutti seguendo i tuoi insegnamenti giungano all’esperienza del divino e quindi pongano i valori religiosi al di sopra di tutto, benedici le nostre famiglie, benedici tutti affinché possiamo raggiungerti nella patria beata.

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