1997 – Omelia nel IV anniversario

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Testimone credibile e coraggioso della speranza che non delude, più vicino a noi, è stato Padre Puglisi, ucciso quattro anni fa come oggi dalla più feroce e disumana organizzazione criminale: quella della mafia. Il sorriso rivolto al suo killer che, proditoriamente lo uccideva con un colpo di pistola alla nuca, e le ultime sue parole: "me l'aspettavo", se da una parte rivelano la consapevolezza di questo sacerdote di andare incontro al martirio proprio perché fedele al suo ministero di evangelizzatore e di formatore delle coscienze, dall'altra hanno il significato di un invito ad aprire il cuore alla speranza.

1996 – Omelia nel III anniversario

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L'invito alla fedeltà, al coraggio, alla speranza P. Puglisi ci rivolge questa sera, mentre facciamo nell'Eucaristia la memoria, di lui a tre anni dalla sua sacrilega uccisione da parte della mafia. È la memoria anzitutto di un sacerdote fedele alla grazia dell'Ordinazione, e perciò pienamente convinto di essere l'uomo donato totalmente ai fratelli perché offerto totalmente a Dio. La sua gioia di essere sacerdote, anche in situazioni difficilissime e a rischio, ha accompagnato e ha reso credibile e feconda la sua azione di promotore della pastorale giovanile e vocazionale, nell'ansia di garantire al futuro della nostra Chiesa pastori secondo il cuore di Dio: un merito grandissimo che non va dimenticato. È la memoria di un evangelizzatore autentico, persuaso che il primo compito del sacerdote è quello di portare ai poveri, agli ultimi, agli emarginati il lieto annuncio della liberazione e della salvezza integrale e totale dell'uomo, che è Gesù Cristo, unico redentore dell'uomo e unico salvatore del mondo.

1995 – Riflessioni nella commemorazione del II anniversario

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Perché allora, se faceva tanto bene, è stato ucciso? Perché alcuni che non accettano di vivere secondo il Vangelo mal sopportano che ci sia chi lo predichi e da esso si lascia ispirare per attivare un'azione non soltanto spiritualmente ma anche socialmente utile. Quello che Don Giuseppe evangelicamente operava colpiva evidentemente gli interessi di qualcuno o di quanti, muovendosi nel campo dell'illecito, dell'ingiusto, del violento, si sentivano minacciati dal parroco. Era questi un uomo mite e disarmato, non possedeva né esercitava alcun potere se non quello della verità che rende liberi.

1994 – Omelia nel I anniversario dell’uccisione di don Pino Puglisi

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Don Giuseppe Puglisi è stato in questa nostra Chiesa palermitana un sacerdote, un pastore secondo il cuore di Dio, secondo l'esempio di Cristo: un pastore buono che, pieno di amore per il Signore, ha amato anche i fratelli e le sorelle che gli venivano affidati, li ha curati con fedeltà ed ha dato per essi le sue energie, il suo tempo, la sua mente, il suo cuore, senza nulla riserbare per se stesso, esponendosi anzi, come poi è avvenuto, al sacrificio della vita. Oggi siamo qui per ricordare e celebrare il primo anniversario della sua immolazione.

L’oblatività fino al dono della vita di Maria Grazia Caprì

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Maria Grazia Caprì (Assistente Sociale Missionaria) Come cristiani e come cittadini, diceva, continueremo a chiedere alle Autorità quanto è dovuto a questo quartiere, ma, in attesa, è inutile limitarsi ai lamenti; è necessario rimboccarsi le maniche per dar vita ad iniziative di promozione umana che accendano qualche luce in mezzo a tante tenebre!

Vivevi con santità le piccole cose di Antonio Raffaele

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di Antonio Raffaele , Preside del Liceo V.E.II tratto da “La Comunità” periodico del seminario Arcivescovile di Palermo,Anno II, novembre 1993 "Te ne sei andato, Peppino, in silenzio, senza farci presagire che correvi gravi pericoli. Come sempre, senza fare sentire la tua presenza fisica."

Operaio del Vangelo di Lia Cerrito

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dal n.20 del Mensile del Collegium dei Tarsicii di Palermo “La chiameremo… – guardò il fascicoletto del “Cenacolo del Pater” che gli avevo messo in mano in quel momento – ecco, la chiameremo “Padre nostro”.

Chi era 3P di Enza Maria Mortellaro

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dal n.20 del Mensile del Collegium dei Tarsicii di Palermo La sua era una presenza discreta ma profonda, per nulla insistente, sincera e disinteressata.

da Caino e Abele di Lia Cerrito

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da “Caino e Abele” – Quasi un recital di Lia Cerrito tratto dal n.20 del Mensile del Collegium dei Tarsicii di Palermo