La “Natività” rubata del Caravaggio simbolo anti-mafia
“L’iniziativa spiega il filosofo Vittorio V. Alberti, organizzatore dell’incontro, rientra tra quelle della task force internazionale del Dicastero chiamata ‘Michelangelo for Justice’, nata nel 2017 per opporsi alla corruzione e alle mafie, lette nel modo più ampio e possibile, quindi non solo come reato”. “È interessante – prosegue l’autore del libro ‘Pane sporco’ – impiegare come simbolo un’opera d’arte rubata dalla criminalità organizzata per parlare agli studenti. Tra l’altro tutto ciò avviene durante il Sinodo dei giovani, a cinquant’anni dal furto avvenuto a Palermo e a un mese dalla visita di Papa Francesco nel capoluogo siciliano per rendere omaggio al martire Puglisi”.
La riflessione e il confronto con gli studenti
All’incontro partecipano l’arcivescovo Silvano Tomasi, Rosy Bindi, Claudio Strinati e il generale dei Carabinieri Fabrizio Parrulli, oltre allo stesso Alberti. Obiettivi principali: ribadire l’opposizione alle mafie da parte della Chiesa e ragionare su cosa significa essere privati di un formidabile simbolo di educazione, giustizia e libertà. “Quando avvengono fatti di sangue, o azioni mafiose sia in termini di violenza o corruzione, si dice che sono fatti negativi”, spiega Alberti. “Giudichiamo negativo, per esempio, un attentato dinamitardo. Ma occorre andare oltre e riflettere su cosa c’è alla radice di questo nostro giudizio negativo. Da qui la necessità del confronto con gli studenti che non sono un uditorio passivo, ma sono chiamati a dire la loro”.
La mafia e gli attacchi ai simboli religiosi
“Tanti pentiti di mafia hanno parlato del furto di questo capolavoro – aggiunge Alberti – ognuno fornendo una versione differente”. “Dal punto di vista simbolico, la questione interpella la natura dello Stato e le azioni che ha compiuto in passato la mafia come le bombe a San Giorgio al Velabro e a San Giovanni. Più volte la criminalità organizzata ha attaccato simboli religiosi e culturali. Questo quadro è un simbolo, un elemento di proprietà, tra virgolette, della Chiesa, ma è un’opera che parla a tutti, perché Caravaggio va ben oltre i cristiani”.
Il furto dell’opera: una ferita civile e morale
“Non c’è solo una finalità culturale – conclude Alberti – noi ci auguriamo che questo incontro possa anche aiutare le istituzioni che a livello nazionale e internazionale sono impegnate nella ricerca del quadro. Per questo partecipa il generale Parrulli, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, per parlare di un capolavoro rubato che è nella ‘top ten’ della Fbi delle opere d’arte più ricercate al mondo. Questo furto rappresenta una ferita e non parlo solo in termini morali. È una ferita civile contro tutti e quindi è un simbolo terribile ma utile per sollevare questo argomento”.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!