Gli anni 60 e 70
padre Puglisi e gli incontri che cambiano la vita
Nel 1960, appena ordinato, P. Puglisi svolge un importante servizio di ascolto come confessore delle “Suore Basiliane Figlie di S. Macrina” e contemporaneamente diventa insegnante di religione nelle scuole statali.
Presso la scuola media “Archimede” di Palermo conosce Lia Cerrito (1923-1999), e, grazie a lei, il Movimento ecclesiale “Crociata del Vangelo” (oggi “Presenza del Vangelo”), fondato dal frate minore francescano p. Placido Rivilli (1918-1999).
Testimoniare nella propria vita il Vangelo che diventa incarnazione ed espressione della Parola di Dio. Questo diventa metodo per 3P e lo ritroviamo in tutti i suoi incontri con i giovani, con i gruppi ecclesiali, con le famiglie.Collabora con la Chiesa “S. Giovanni dei Lebbrosi” nel quartiere Romagnolo, zone di una Palermo devastata dalla guerra e mai più ricostruita e diventate sacche di povertà e di emarginazione.
Segue i volontari del Centro sociale di Romagnolo e sostiene gli ultimi nelle loro battaglie per le case popolari, partecipando con loro alle manifestazioni affinché il Comune si attivi per i servizi minimi. , gestito dalle Assistenti Sociali Missionarie, entrambi fondati dal Cardinale E.Ruffini. Qui inizia un inossidabile sodalizio, che durerà sino alla sua uccisione, con l’a.s.m. Agostina Ajello.
Nel 1967 insegna religione presso l’Istituto Roosevelt, sede dell’ Ente nazionale di assistenza agli orfani dei lavoratori italiani. Discute insieme a giovani docenti atei. Due posizioni apparentemente contrastanti: l’ateismo e la fede. 3P riesce a far mettere da parte gli steccati ideologici, per convenire sul senso di fratellanza tra gli uomini, l’esigenza di benessere e di libertà, i valori dell’equità e della giustizia sociale.
Affianca don Antonino Mistretta nella borgata di Valdesi ed intreccia amicizie personali che rimarranno per tutta la sua vita. Tra queste, quella con i genitori di Gregorio Porcaro che, a Brancaccio, diventerà il suo fidato viceparroco.
Sono gli anni del terremoto del Belìce e P. Puglisi si impegna per la raccolta di beni da portare tra i terremotati. Realizza, tra le case cadute, l’altare per la S. Messa. Attende, paziente, i fedeli chiusi nelle baracche, nel dolore devastante. Le porte si apriranno e la comunità riceverà da P. Puglisi la consolazione del Cristo che si fa Eucaristia.
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